Continua la Festa a Montefiascone. Tra le sale della Rocca dei Papi e il Cinema Flavia il cartellone degli incontri dispiega l'ampio programma e il pubblico, incuriosito dalle svariate proposte di visione, di scambio e di apprendimento, continua ad intervenire con interesse e partecipazione. Nelle giornate di domenica e lunedì protagonista all'interno della Sezione "In concorso" è stato Vittorio Moroni con "Le ferie di Licu", incentrato a svelare uno sconosciuto volto del Bangladesh musulmano; a seguire, il francese Steve Suissa che con "Le grand role" ha portato sullo schermo con semplicità e naturalezza un racconto di amore e di amicizia. A prendere il via è stata anche la Sezione "Focus", in apertura della quale ampio spazio è stato riservato alla pellicola di Stefano Mordini "Provincia Meccanica" che, con le sfocate atmosfere della provincia di Ravenna, ha restituito tutta la rigidità delle dinamiche e dei comportamenti scaturiti all'interno di un ristretto nucleo di persone. Gli altri incontri hanno permesso al pubblico di conoscere Giuseppe Piccioni con "La vita che vorrei" e il regista Roberto Andò, doppiamente protagonista nella giornata di lunedì con "Sotto falso nome" e nella serata con "Viaggio segreto", con i quali hanno messo a nudo su grande schermo aspirazioni, pulsioni e desideri profondi degli individui. E se "Focus" e "In Concorso" sono i titoli delle due Sezioni festivaliere, il loro obiettivo principale è quello di "focalizzare" l'attenzione su nuovi e a volte poco noti sguardi filmici di oggi e di metterli in gara. "Il cinema italiano fa difficoltà nel riuscire a distribuire prodotti cinematografici e non permette di avere visibilità", questa l'opinione di Giuseppe Piccioni a riguardo - per parafrasare le parole del regista pronunciate nel prezioso incontro serale di domenica. Una situazione sconcertante che accomuna tutti i lavori in programma in questa prima edizione dell'Est Film Festival e che di sicuro danno modo alla Rassegna di porsi dalla parte del cinema indipendente e di raggiungere l'intento di rendere fruibili pellicole che, come "Le grand role" di Suissa, insieme a moltissime altre, vedono una possibile distribuzione nelle sale solo dopo anni dalla loro realizzazione.

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